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giovani, politica, futuro, europa

ciao a tutti,
da giovine che sono, per quanto mi faccia male dirlo non mi sento rappresentato dalla nostra classe politica. Chi più chi meno sintetizziamo con "si fa i suoi interessi" (molto sbrigativa come affermazione ma spero potiate comprendere).
da giovine che sono ho visto la crisi del lavoro al suo massimo, grazie a dio non mi ha mai toccato personalmente che faccio un lavoro abbastanza richiesto, ma familiari/amici etc in pieno.
contratti da 600 euro, per 6 mesi, rinnovati praticamente all'infinito, richieste di lavoro da stagisti con competenze e responsabilità che nemmeno un senior si prenderebbe (e questo purtroppo l'ho visto sulla mia pelle). non ci siamo, come pensiamo di poter andare avanti noi, futuro dell'italia in questo casino?
in costituzione recita:
Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.
ma come posso vivere dignitosamente se ho uno stipendio di 600/1300 euro? una volta che paghi affitto, bollette, macchina, spesa hai finito. non sto parlando di esser ricchi, andar in vacanza ogni mese o al pub tutte le settimane. è una cosa grave, che viene anche perpetuata (a mio avviso ma qui mi sbaglierò probabilmente) in parte anche dai genitori che continuano a tenere i figli in bolle di vetro, senza fargli nemmeno assaporare il clima lavorativo fino alla fine dell'università, continuando a dire okay, non hai soldi ti aiuto io ogni mese (ho più di un conoscente/amico che ha il bancomat dei genitori a 25 anni, che prelevano 500 euro tutti i mesi perché non lavorano).
detto ciò io non ci credo più non credo piu nell'italia.
Perchè non iniziamo a credere magari nell'Europa?
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giovani e politica

ciao a tutti,

da giovine che sono, per quanto mi faccia male dirlo non mi sento rappresentato dalla nostra classe politica. Chi più chi meno sintetizziamo con "si fa i suoi interessi" (molto sbrigativa come affermazione ma spero potiate comprendere).
da giovine che sono ho visto la crisi del lavoro al suo massimo, grazie a dio non mi ha mai toccato personalmente che faccio un lavoro abbastanza richiesto, ma familiari/amici etc in pieno.

contratti da 600 euro, per 6 mesi, rinnovati praticamente all'infinito, richieste di lavoro da stagisti con competenze e responsabilità che nemmeno un senior si prenderebbe (e questo purtroppo l'ho visto sulla mia pelle). non ci siamo, come pensiamo di poter andare avanti noi, futuro dell'italia in questo casino?
in costituzione recita:
Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.
ma come posso vivere dignitosamente se ho uno stipendio di 600/1300 euro? una volta che paghi affitto, bollette, macchina, spesa hai finito. non sto parlando di esser ricchi, andar in vacanza ogni mese o al pub tutte le settimane. è una cosa grave, che viene anche perpetuata (a mio avviso ma qui mi sbaglierò probabilmente) in parte anche dai genitori che continuano a tenere i figli in bolle di vetro, senza fargli nemmeno assaporare il clima lavorativo fino alla fine dell'università, continuando a dire okay, non hai soldi ti aiuto io ogni mese (ho più di un conoscente/amico che ha il bancomat dei genitori a 25 anni, che prelevano 500 euro tutti i mesi perché non lavorano).

detto ciò io non ci credo più non credo piu nell'italia.
Perchè non iniziamo a credere magari nell'Europa?
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Il mio viaggio nella storia del cinema: dal 1960 al 1964

Sono quasi al termine della mia carrellata nella storia del cinema, perché attualmente mi sto godendo la visione dei film del 1969, nice, e ne avrò certo per 2 mesi. Quindi col prossimo post mi metto in pari, ma intanto ecco qualche spunto per questi 5 bellissimi anni di cinema che sono la prima metà degli anni '60.
1960
Di quest’anno ho visto 275 titoli e ho dato almeno un 8 a 47 film, è un grande anno di cinema ma ne segnalo giusto 5, e tutti italiani! E per complicarmi la vita non parlo né della Dolce Vita, né dell’Avventura, né di Sordi e nemmeno della Ciociara. Mi sono piaciuti? Certo che sì, perché a qualcuno no?
Era notte a Roma” di Rossellini mi piace tantissimo. Intanto è il mio film preferito con Giovanna Ralli, che prima della Ferilli c’era lei, e poi c’è Leo Genn (Petronio di Quo Vadis?), il mio beniamino Renato Salvatori e in un ruolo commovente il russo Sergey Bondarchuk, il quale tra l’altro nel 1959 aveva diretto e interpretato l’intenso e ottimo “Il destino di un uomo”. Torniamo alla Ralli che in piena WWII vive in una casa all’ultimo piano di un palazzo ed escogita gli espedienti del caso per portare a casa un po’ di zucchero, del vino o della pasta. Siccome è sveglia, i partigiani la scelgono per ospitare in gran segreto tre soldati alleati su in soffitta. La Ralli si ribella ma alla fine fa il suo dovere, e i 3 sono al sicuro. Per accedere al soffitto c’è un passaggio segreto dietro l’armadio (Anna Frank mi viene in mente), e i 3 diventano amici tra loro e amici suoi. Ora però il problema è che siamo in guerra e che è un film di Rossellini, non di Walt Disney. Quindi tenetevi pronti.
Adua e le compagne” invece è un gran cast al femminile capitanato da Simone Signoret con il buon supporto di Emmanuelle Riva e Sandra Milo. Molto prima di “Ciro! Ciro!” la Milo era attrice di culto degli anni ’60, e non solo in mano a Fellini. In quest’anno per esempio è accanto a Lino Ventura in “Asfalto che scotta”, per dire. Certo è la Milo, la voce è quella, la figura è quella, la verve anche. Qui hanno da poco chiuso le case chiuse e sfrattato le Signorine che le popolavano. Signoret decide quindi di mettersi in affari e avviare una trattoria in un casolare di periferia insieme alle amiche. Faranno a turno in cucina e ai tavoli, e magari se qualche cliente vuole qualche massaggio, perché no? L’idea funziona e la trattoria va bene, ma le amiche cominciano a voler cambiare vita, o si rendono conto che in realtà non possono. Ci sono quindi 4 reazioni diverse causate dagli eventi che si susseguono. È un film in cui si sorride e che ti dà un po’ di malinconia, ma si sente l’odore di frittata, di cipolla, di basilico.
Dolci inganni” di Lattuada è il primo film che ho visto con Catherine Spaak. Per me la Spaak era una presentatrice tv. Da ragazzo guardavo Harem, o anche Forum quando lo presentava lei. Sì, sapevo che aveva recitato, ma non ci avevo mai fatto caso veramente, mi aspettavo un paio di film senza pretese. Invece, anno dopo anno nel mio percorso cronologico mi accorgo che nella prima metà degli anni ’60 la Spaak aveva i ruoli migliori, era bellissima, brava e tra le attrici più famose. È stata una rivelazione per me. Teniamo presente che la Spaak aveva nel 1960 solo 15 anni. Era bravissima! Per l’età che aveva spesso aveva parti alla Lolita. Qui ad esempio è attratta da un amico di famiglia che ha quasi 40 anni. La Spaak era seducente, fresca, intrigante. Gran sorriso. Questo film e anche altri successivi mi sono parsi modernissimi: la settimana prima vedi le attrici americane con le gonne a campana e il filo di perle del dado Knorr, la settimana dopo c’è la Spaak che flirta con un architetto. Magnifica.
La maschera del demonio” è uno dei film del filone italiano horror. Quando leggo horror penso al sangue e alla motosega elettrica, quindi non faccio una faccia contenta, mi stufo. Però a fine anni ’50 si attiva questo piccolo genere in cui emergono mostri e vampiri che in breve si afferma e crea uno stile invidiato ovunque. Sì, qui una donna viene uccisa con una maschera piena di chiodi acuminati, ma non devi metterti le mani davanti agli occhi perché fa troppo impressione. C’è il giusto bilanciamento tra suspence, storia, effetti speciali e ridicolaggine. Non sono film di livello A+ però sono veramente tipici di quest’epoca, ti fanno capire meglio di altri il gusto di chi andava al cinema in questi anni e per questo per me sono interessanti.
Rocco e i suoi fratelli” è un film che voglio rivedere, ma non so quando sarò pronto per rivederlo. Quest’impressione me la fanno pochi film, quelli che mi colpiscono così in profondità che devo prepararmi psicologicamente alla visione successiva, e anzi devo prima capire se voglio affrontarla. Schindler’s list, Se7en, Casino e Full Metal Jacket sono altri film che mi hanno fatto lo stesso effetto. Dunque qui abbiamo una famiglia di emigrati che va a vivere in un seminterrato a Milano. Sono tanti in poco spazio e si arrangiano. La matriarca è l’ottima Katina Paxinou che capisce e gestisce con pochi sguardi. I figli sono Rocco e i suoi fratelli. C’è qualcosa di buono in questi ragazzi, ma c’è anche la vita in agguato. Le strade che prendono sono forse prevedibili se vogliamo, ma questo le rende anche più tragiche. Una donna entra nella vita dei fratelli Alain Delon e Renato Salvatori. Ora, c’è una scena in cui Alain Delon è disteso sul letto, un po’ sbilenco, con lo sguardo rivolto verso la telecamera, e quella scena è indelebile nella mia memoria, è come se Visconti mi sussurrasse all’orecchio quello che vuole dire. Ma ovviamente il dramma che si consuma tra Salvatori e Girardot è ovviamente il cuore del film ed è la scena che non voglio mai più vedere, perché nel farlo perderebbe forse la carica di sorpresa, sgomento, emozione che mi ha trasmesso la prima volta e ci resterei male, o peggio ancora mi renderebbe ancora più sorpreso, sgomento ed emozionato della prima volta, e ci resterei secco.
1961
Di quest’anno ho visto 250 titoli, e 45 hanno preso almeno 8. Compresso tra due anni fantastici, il 1960 e il 1962, qui mi esalto meno, ma ci sta.
Madre Giovanna degli angeli” di Jerzy Kawalerowicz è uno di quei film che ti fa sentire figo e intellettuale già solo a pronunciare il nome del regista, ma il punto è che mentre scrivo queste righe ho in mente la scena della suora posseduta dal demonio che spalle al muro fronteggia il giovane sacerdote inviato nel convento a indagare, e capisco che quest’immagine così potente è scena da grandi film. Tutto il film è inquietante e malato, intanto sembra più vecchio di quello che è, pare realizzato negli anni ’40, il che secondo me aggiunge disagio alla visione. Però negli anni ’40 alcune scene sarebbero state solo abbozzate e il film avrebbe avuto un diverso impatto. Il prete scoprirà come mai il demonio ha preso possesso del convento?
L’anno scorso a Marienbad” di Alain Resnais è un film che non ci ho capito niente. Lo confesso. Tuttavia, mentre lo guardavo con estrema perplessità ne restavo ugualmente affascinato. Come un bimbo che è schifato da uno scarafaggio spiaccicato sul pavimento e però vuole vederlo ancora più da vicino, più passavano i minuti e più cercavo di capire dove voleva andare a parare Resnais, più mi arrendevo e mi lasciavo ipnotizzare. Alla fine non mi interessa se non ci ho capito niente, so solo che per un’ora e mezza sono stato preso e portato in un altro posto e ho visto qualcosa che non avevo mai visto prima. Per cui, mi è piaciuto.
La primavera romana della signora Stone” di José Quintero invece è un bel melodramma. C’è una signora che fa un viaggio a Roma e si imbatte in un giovane gigolò. Tutto qua ma attenzione: lei è Vivien Leigh e lui Warren Beatty. La Leigh aveva 50 anni mentre Beatty 25. Lei era una rosa conservata tra le pagine di un vecchio diario, lui è il rumore dell’acqua del mare sugli scogli; nello sguardo di lei ci sono tante risposte, quello di lui ti fa fare mille domande. Bellissima e tormentata la Leigh nel suo penultimo ruolo, bellissimo e spavaldo Beatty nel suo secondo ruolo: combinazione da non perdere.
I peplum andavano tanto a inizio anni ’60. Cinecittà era invasa da sandali, toghe, Circi e Meduse. L’epoca d’oro di questo genere è quella che va dal 1958 al 1963 circa. Per ogni Marvel di oggi c’erano 2 Ursus all’epoca. Sansone, Argonauti, Macisti contro Zorro e assurdità del genere. Grandi massi di polistirolo, matrone romane coi capelli stile Jackie Kennedy, ave Cesari e muscoli luccicanti, la gente adorava i peplum. Tante erano le star di questo genere che però non riuscirono a farsi un nome al di fuori. Tutto finì probabilmente con 2 film e cioè la Caduta dell’impero Romano, che fu un fiasco, e Cleopatra, che mandò il genere in burnout e dopo nessuno ne voleva più sentire parlare.
I musicarelli, a loro volta, erano un genere tipico degli anni ’60, In realtà si estendono più o meno dal 1958 al 1972, ma trovano l’apice coi vari Gianni Morandi, Rita Pavone, Caterina Caselli e Little Tony, quindi verso il 1964-67. Bisogna considerare che da Modugno in avanti i canzonettisti dei primi anni ’50 erano già surclassati. Andavano ora gli urlatori. Nasce una generazione di artisti fortunatissima, che in gran parte ancora oggi ha largo seguito, basti pensare a Mina, Vanoni, Celentano, che si affacciano volentieri al cinema di quegli anni. I musicarelli si somigliano: ci sono giovani protagonisti il cui amore è osteggiato dalle famiglie o giovani di talento che cercano di farsi strada nel mondo della canzone. Questi sono i temi. I primi musicarelli sono sequenze di canzoni intercalati da qualche scena con Nino Taranto onnipresente, i successivi sono un po’ più maturi e le canzoni sono più integrate con le storie. Per esempio quelli con Morandi sono così. Verso la fine degli anni ’60 c’era già invece un cambiamento nel gusto sia musicale sia proprio culturale, e si vede che il genere sta per arrivare al capolinea.
1962
Quanto mi piace quest’anno di cinema! Forse è il mio preferito di sempre? Ne ho visti 254 di titoli e ho dato almeno 8 a ben 81 titoli. Secondo me è perché non mi aspettavo che mi piacesse così tanto, provo a spiegare. Quando ero ragazzino io i protagonisti del cinema italiano di questi anni mi sembravano così vecchi e antiquati, che a prescindere io non li amavo e mi rifiutavo di vedere questi film. Sapete come succede coi ragazzi, per loro una moda di 3 mesi fa è archeologia. Quindi quando in tv uscivano Manfredi, Tognazzi, Gassman, Sordi, Mastroianni & co, sbruffavo e dicevo uff che palle e me ne andavo a giocare al Commodore64. Questa è la mia epoca. Ora, trascorsi 40 anni, fedele al mio proposito di guardare di tutto senza preconcetti e con gli occhi di chi vede per la prima volta questi film, resto sorpreso: siamo in un’epoca d’oro del cinema italiano e non solo: le città, le auto, gli abiti, i modi di dire, i gesti degli attori di tutti gli anni ‘60, mi riportano flash dei miei genitori, dei miei nonni, delle persone che vivevano negli anni prima che nascessi io. È come assaporare momenti di una vita che non hai potuto vivere, è bello! Queste cose di cui sto blaterando hanno senso solo a livello personale, certo, d’altra parte questa rassegna “è personale” e non ha la pretesa di indicare quanto oggettivamente di meglio sia uscito in questi anni. Tenuto a mente ciò ecco 5 titoli, giusto per non fare impazzire la scrollbar di chi legge. E lo so che non ho messo Sorpasso, Baby Jane, Antonioni, Kubrick, Frankenheimer e Gregory Peck.
L’angelo sterminatore” di Bunuel è sorprendente. Questo regista aveva iniziato molto tempo prima, 33 anni, col corto d’avanguardia “Un cane andaluso”, quello della lametta negli occhi per intenderci. La sua fase surrealista è importante però mi intriga meno. Dopo un lungo periodo di titoli passati in secondo piano, negli anni ’50 comincia a girare film tra virgolette più classici. Il Bunuel degli anni ’60 per me è a livelli eccezionali. Nell’angelo sterminatore c’è un ritrovo con molte persone che bevono e conversano e flirtano e si disprezzano a vicenda. Ogni volta che qualcuno prova a andar via cambia idea, o viene bloccato, o succede qualcosa di strano per cui non riesce. All’inizio nessuno ci fa caso, ma col passare delle ore inizia a montare l’ansia perché è chiaro che sono tutti intrappolati, come in una sorta di incantesimo. Man mano scarseggia il cibo, l’acqua, e la volontà cede: non riescono ad andar via, sono in gabbia, intrappolati. Il titolo, e il motivo per cui questo succede ognuno lo deve capire da solo.
Anna dei miracoli” non ha niente a che vedere con le aureole ma è la storia molto commovente di una ragazza con gravi disabilità e della sua maestra, che sono Patty Duke e Anne Bancroft. Mentre per tutti la ragazza non è che un caso umano da trattare praticamente solo col pietismo, per la Bancroft è un essere umano capace di comprendere e apprendere, che va educato e a cui bisogna dare delle regole per il suo bene. La sfida che ha davanti la Bancroft è tremenda, perché per ottenere pochissimi risultati ci vogliono settimane di lotte. Il film è una grande prova di attrici, entrambe spettacolari. C’è una lunghissima sequenza nella sala da pranzo, quando Patty Duke si rifiuta di mangiare in ordine e la Bancroft si ostina a insegnarle come fare, che ti lascia senza fiato.
L’uomo senza passato” è un film di un regista francese, Bourguignon, con un protagonista tedesco e cioé Hardy Krueger, e una ragazzina talentuosissima, Patricia Gozzi. Hardy è un veterano, che soffre di amnesia in seguito agli choc subiti in guerra, e vive una vita solitaria e malinconica. Un giorno incontra una ragazzina con la quale stringe un rapporto di amicizia. Lei è sola e ha bisogno di una figura paterna, lui è solo e ha bisogno di sentirsi utile e di voler bene a qualcuno. C’è tanta tenerezza in questo film, e malinconia. Per quanto solo a leggere di un’amicizia tra un veterano e una ragazzina molti subito possono pensare a risvolti poco piacevoli, qui non è mai in discussione l’eventualità che possa succedere qualcosa di male alla ragazzina. Kruger è un gran attore che rifiutò anche una nomination ai Golden Globe ai suoi tempi. La Gozzi a mio parere è tra le migliori baby star di sempre. Al suo attivo solo 6 film nei quali però è sempre formidabile.
L’odio esplode a Dallas” è un film di Roger Corman con William Shatner prima che finisse sull’Enterprise. Shatner non è mai stato uno di quei attori per cui ci si strappa i capelli, ma è bello vederlo in un ruolo diverso da quello a cui siamo abituati. Questo film è bello perché ti sorprende, siamo dopo tutto in piena fase di integrazione razziale, che nonostante Rosa Parks o MLK era ben lungi dal verificarsi compiutamente. Questo film ti mostra un lato del razzismo violento e intenso con gli occhi dell’epoca, senza voler fare troppe morali o senza intenti puramente educativi. Qui c’è l’odio razziale, le croci che bruciano, le scuole per soli bianchi, l’incitazione alla violenza. È un film avanti per i suoi tempi.
Il lungo viaggio verso la notte” è un’opera teatrale trasportata al cinema per la gioia di Katharine Hepburn che così poteva avere per le mani pane per i suoi denti. I personaggi sono solo 4, una famiglia che si ritrova e che si rinfaccia le cose, si racconta le cose, si scopre, si allontana e si riavvicina. È uno di quei drammoni familiari in cui quando un personaggio dice qualcosa per ferire gli altri, ti tiri i piedi dall’imbarazzo. Si segue naturalmente volentieri perché i 4 attori sono tutti di primo livello. Oltre alla Hepburn c’è il veterano Ralph Richardson, c’è Jason Robards e c’è Dean Stockwell che era una baby star a fine anni ’40 e che è riuscito ad avere una lunghissima carriera. Nei primi anni ’60 Stockwell sembra quasi il fratello minore di James Dean. Pare che sul set facesse freddissimo per cui Stockwell si aiutava con l’alcool, al che la Hepburn era indignata, ma quando lo venne a sapere gli regalò una coperta.
1963
Sono ben 289 i titoli che ho visto, con 57 a cui ho dato almeno 8. I miei preferiti in assoluto sono 8 e mezzo e gli Uccelli di Hitchcock, ma scrivo 2 righe su altro.
Blow job” di Andy Warhol è una specie di documentario in cui vediamo il volto di un ragazzo e le espressioni che fa mentre fa sesso. I film di Andy Warhol per me sono veramente dei relitti di altri tempi. Certo negli anni ’60 Warhol era uno degli artisti di prima categoria, ma se parliamo dei suoi film e dei suoi documentari, non dei dipinti allora scusate un attimo. Ne ho visti un sacco e sinceramente non me ne importa niente se faccio la figura di chi non ha gusto o e non ne capisce, ma li trovo orribili, una lotta testa a testa con quelli di John Lennon e Yoko Ono, se è per questo. Mi volevo togliere lo sfizio di dirlo.
Il servo” di Losey, invece qui si ragiona, c’è Dirk Bogarde che entra a servizio nella casa di una coppia che ha i suoi alti e bassi. “Sì signore, certo signore, come desidera signore”. Col tempo, studiata bene la situazione e i caratteri dei padroni le cose cominciano a cambiare. “Se proprio crede signore, come meglio crede signore, appena riesco signore”. Più la coppia scoppia più Bogarde inizia ad avere la meglio nel suo braccio di ferro psicologico col padrone e i ruoli fatalmente si invertono. Bogarde si mette bello comodo in poltrona, e che sia il padrone a mettergli le pantofole, adesso. Questo personaggio è rimasto come forse il più memorabile dell’attore inglese prima della fase Visconti.
La ballata del boia” di Berlanga è il film che mi ha fatto dire “ok mi piace Nino Manfredi”. Per me fino a qualche anno fa era solo Mastro Geppetto, non è colpa mia. Invece negli anni ’60 Manfredi incarna l’uomo medio italiano meglio di chiunque altro. Tognazzi era uomo virile e dai grandi appetiti, Gassman era esuberante e pieno di cazzimma, Mastroianni era sensuale e fatalista, invece i ruoli di Manfredi erano quelli di persone che subiscono gli eventi, che subiscono il rapporto di coppia, che devono ingegnarsi per venire a capo delle cose. Era possibile immedesimarsi in Manfredi. In più era dotato di grande talento comico, anche nei ruoli tragici bastavano due espressioni per farti sorridere anche quando gli capitava di tutto, come in questo caso, in cui sposa una giovane il cui padre è un boia e per tradizione tocca al figlio ereditare il mestiere del genitore, quindi da un giorno all’altro Manfredi ora deve svolgere le esecuzioni dei detenuti, anche se non ha il pelo sullo stomaco. Divertente.
I gigli del campo” è uno dei tanti film degli anni ’60 con Sidney Poitier che si afferma come icona culturale assoluta. Questa storia semplice vede Poitier giungere per caso nei pressi di un piccolo convento. La madre superiora convince Poitier a lavorare per loro, hanno intenzione di ristrutturare un po’, ma Poitier aveva ben altri programmi. Alla superiora non interessa un bel niente dei programmi di Poitier perché se è lì, vuol dire che Dio l’ha voluto lì. Ne vengono fuori tanti dialoghi divertenti, Poitier fa la sua espressione come per dire “che pazienza che ci vuole con questa”, la superiora Lilia Skala è bravissima e in tutto ciò Poitier si affeziona alle suore e trova anche il suo scopo nella vita.
Nella prima metà degli anni ’60 la tv era ormai nelle case di tutti gli italiani, i quali amavano gli sceneggiati, Canzonissima, Mike Bongiorno e il telegiornale. Abbondano i documentari che mostrano i vari aspetti dell’Italia del boom, un Italia ancora molto eterogenea ma per questo tanto interessante da raccontare. Si possono trovare in giro tanti documentari come “Fazzoletti di terra” in cui due contadini si costruiscono le loro terrazze per coltivare sollevando una a una delle grosse pietre a mano. Una vita passata a spezzarsi la schiena. Poi ci sono le interviste sui temi d’attualità ad esempio “In Italia si chiama amore”, e i docu geografici che mostrano le costruzioni di dighe, dei tralicci per la corrente, di sopraelevate e autostrade, che io trovo assolutamente affascinanti. Andavano poi i cosiddetti Mondo film, che erano documentari su temi scabrosi, in genere erotismo e pornografia (tipo “Mondo di notte”, ma affrontavano anche altri temi, per esempio era scioccante “Mondo cane”. Per quanto riguarda gli sceneggiati della prima metà degli anni ’60 vanno citati almeno “La cittadella”, “Il mulino del Po” e “una tragedia americana”.
1964
Il 1964 è un altro anno strabiliante per me. Ho visto 372 titoli tra film, corti, documentari, serie tv. Ho dato 8 o più a 65 di questi. Questo è l’anno della famiglia Addams e di Vita da Strega, è quello in cui parte la serie di Angelica e va di moda Sellers, Ursula Andress, Julie Andrews, Louis de Funes e Gianni Morandi. Bette Davis e Joan Crawford si dedicano al mystery con sfumature horror e diventano famose le sorelle Dorleac: una morirà giovanissima, l’altra ancora oggi è conosciuta in tutto il mondo come Catherine Deneuve. Antonioni gira il suo primo e bellissimo film a colori, Connery è alle prese con Goldfinger prima, con la Lollo e con Hitchcock poi, e la rana in Spagna gracida in campagna. Trionfo per i primi spaghetti western e per Leone, emerge la Sandrelli mentre in declino Doris Day. Classico dei classici per Loren-Mastroianni in “Matrimonio all’Italiana”. Insomma un anno di infinite squisitezze.
Seven up!” è un’idea molto interessante: si tratta di documentare la vita di alcuni ragazzi a distanza di 7 anni. Il primo documentario esce quindi nel 1964, il secondo poi nel 1970 (14 anni), poi 1977 (21), 1984 (28), 1991 (35), 1998 (42), 2005 (49), 2012 (56) e 2019 (63 up). Con la regia di Apted, attraverso le interviste vediamo cosa è successo nelle vite di queste persone.
La caccia” di Manoel de Oliveira regista portoghese morto a 106 anni, è un corto in cui due amici decidono appunto di andare a caccia, ma senza fucili, così niente di male può succedere. Quando si dice il caso: uno finisce nelle sabbie mobili, e sta all’altro amico escogitare il modo per salvarlo.
La donna di sabbia” di Hiroshi Teshigahara è un Thriller nel quale un entomologo va a caccia di insetti in una zona desertica e finisce in una fossa nella quale c’è una capanna con una donna, che trascorre la vita a spalare sabbia, come in un supplizio di Tantalo, ogni santo giorno, per evitare di essere sepolta. L’entomologo è stato intrappolato lì affinché possa contribuire al lavoro della donna e trascorrere con lei il resto della vita. Come un insetto in trappola, l’uomo cerca in tutti i modi di scappare.
“L’uomo del banco dei pegni” è un film di Lumet con Rod Steiger, due garanzie insomma. C’è un ebreo che lavora in un banco dei pegni. Trascorre la sua vita a valutare gli oggetti che gli porta la gente, privato ormai di ogni emozione. Il suo giovane commesso non è niente per lui, i suoi clienti non sono niente per lui. Osserva gli oggetti, li stima al ribasso, ci mette l’etichetta e così passa la giornata. C’è una donna che prova a mostrargli segnali d’affetto: non è niente per lui. Quest’uomo respira, ma non è vivo. Pare che fosse uno dei ruoli preferiti da Steiger, attore dalle scelte molto coraggiose che negli anni ’60 spesso lavora con registi italiani, anche in piccole produzioni. Il film è pieno di sentimenti da scavare in profondità, che esplodono con violenza nella parte finale.
Zorba il greco” è l’amicizia improbabile tra Anthony Quinn e Alan Bates. Quinn è Zorba, che non ha paura di niente e si butta a capofitto nella vita e nelle esperienze. A lui la gente piace, ci parla, ci ride e ci beve, si fa anche i fatti degli altri ma è generoso se serve, e comunque manda avanti la sua vita. È estroverso al 100% ed è un personaggio interessante interpretato magnificamente da Anthony Quinn, attore dalla lunga carriera. Alan Bates è gentile, preciso, riservato, discreto, riflessivo. Non si lancia, chiede permesso, è un tantino represso ma è un buon amico e una brava persona. Quinn adotta Bates e gli cambia la vita. Finiscono per conoscere una donna sola che è Lila Kedrova, che vive nel passsato. Mostra le gambe, si veste coi pizzi, finge una felicità che non possiede più, si comporta da adolescente. La Kedrova cerca ancora la vita e Quinn la accontenta. Questi personaggi così diversi raccontano una storia interessante. Memorabile la morte della Kedrova, con le vecchie del paese che vanno a saccheggiare la casa. Bates è uno degli attori più sottovalutati degli anni ’60 e ’70.
Un giorno di terrore” è il titolo italiano di “Lady in a cage”, che forse è meglio, si tratta di Olivia de Havilland, che è una scrittrice che ha avuto un incidente e quindi è costretta temporaneamente alla sedia a rotelle, quindi si muove nella sua bella casa grazie a un ascensore che la porta dal piano delle camere al soggiorno e alla cucina. Il figlio va via per il fine settimana, ma represso dalla madre ha propositi suicidi, ebbene Olivia resta sola in casa. Purtroppo per lei va via la corrente quando l’ascensore è a metà, e così resta sospesa. Salire non può, scendere non può, saltare nemmeno, arrampicarsi non se ne parla. Suona l’allarme, ma nessuno sente. Non esistevano mica gli smartphone, qui si rischia di restare in ascensore molto, molto a lungo. Succede quindi che un ubriacone entra in casa e sotto gli occhi impotenti della de Havilland pensa bene di accumulare un po’ di refurtiva. Non contento, va a chiamare altri suoi amici, più delinquenti e spregevoli che mai. Capitanati da James Caan, questi teppisti metteranno a ferro e fuoco la casa della de Havilland che guarda impotente quello che accade. Bellissimo e dimenticato titolo che vale la pena riscoprire in onore della mega star di recente morta alla bella età di 104 anni.
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Esperienza - Ho dovuto utilizzare il fondo di emergenza

Bungiorno a tutti di ItaliaPersonalFinance
Spesso sentiamo parlare del "fondo di emergenza" e discutiamo del suo valore. Voglio raccontarvi brevemente la mia esperienza ora che mi sono trovato a doverlo utilizare. TL;DR in fondo.
Storia: A maggio un'azienda mi propose un lavoro con un ottimo stipendio. Firmai la proposta di assunzione. Dato che avrei dovuto cambiare città, diedi le dimissioni dal posto precedente tenendommi un paio di settimane libere tra la fine del lavoro e l'inizio di quello nuovo, per cercare casa tranquillo.
Trovai la casa, pagai l'agenzia (circa 650 €). Diedi i primi tre mesi di caparra (1.500 €) e pagai il primo mese di affitto (500 €). Firmai inoltre per 3 mesi di preavviso. Mi trasferisco. Apro utenze, compro un po' di arredo (letto, materasso ecc).
Tre giorni prima di iniziare il nuovo lavoro, salta tutto. Lavoro non più disponibile. (Non voglio approfondire, ma è successo un casino). Mi casca un po' il mondo addosso.
Dopo tre giorni, botta di culo. Mi chiama un'azienda con cui feci più colloqui qualche mese prima, che mi vuole fortemente. Concordiamo inizio per il primo settembre. Contratto ottimo. Firmo subito.
Do immediatamete la disdetta all'appartamento, ma devo comunque pagare altri tre mesi. Nel frattempo, mi ritrovo disoccupato per 3-4 mesi in attesa del nuovo lavoro. Cerco una nuova casa nella nuova città. La trovo. 1.800 € di caparra, 600 € primo mese, 700 € costo di agenzia.
In pratica, senza lavoro, mi sono trovato a dover fronteggiare uscite di quasi 7.000 € per le due case (è vero, la caparra me la ridanno, ma è comunque un flusso in uscita e bisogna avere quei soldi), escludendo il mio tenore di vita, il mangiare, la macchina, il tagliando e assicurazione in scadenza, le uscite con gli amici e la fidanzata (altri 3.000 € stimo).
Praticamente, il mio fondo di emergenza di 10.000 € (che molti, come leggevo, reputano esagerato per la mia età), è stato prosciugato nel giro di poco.
Ma ora semplicemente non mi rimane che ricostruirlo con calma, mentre gli investimenti rimangono dove sono a fruttare. Il fondo di emergenza mi ha permesso di non disinvestire altri soldi nel peggior momento di mercato. Ho deciso di riportare questa storia, per mostrare quanto velocemente possano andare a rotoli le cose, ma anche quanto velocemente possano risollevarsi se si ha a disposizione liquidità sottoforma di un fondo di emergenza.
Buona giornata a tutti!
(e prima di investire, fatevi un fondo di emergenza. Non si sa mai)
TL;DR: Mi sono dimesso, il nuovo lavoro non ha funzionato ed ho dovuto cercarne un altro. Tra affitto e spese, ho prosciugato il mio fondo di emergenza di 10.000 € ma non ho sforato.
submitted by aintx to ItaliaPersonalFinance [link] [comments]

Consiglio auto affidabile

Stavo valutando di comprarmi una mia auto appena trovo lavoro in questo schifo di casino di mondo in cui siamo attualmente. Non sono particolarmente interessato al brand e all’estetica, sono piuttosto interessato ad un auto che sia affidabile, che duri, che dia pochi problemi e che quando li da i costi siano contenuti. Da quel che so, la scelta migliore sono le auto giapponesi, in particolare Honda e Toyota se vogliamo stare su prezzi abbordabili. Mio zio mi ha confermato questa dicitura, ma mi ha anche detto che è da qualche decennio che le auto giapponesi in Europa vengono assemblate in Uk e la qualità è calata. Lui ha avuto un Civic nel 2004 circa che ha dato molti problemi diceva.
Volevo sapere, è vera questa storia o no? Giapponesi si o no?
Se si, cosa ne pensate della Yaris (full benzina per ora, il mio progetto era tenerla tra i 5 e i 10 anni, usarla il più possibile e risparmiare nel frattempo per una full elettrica sperando che tra 10 anni il mondo esista ancora e che l’italia sia andata avanti con le infrastrutture e agevolazione per le auto green).
Nuova? Usata (quale modello/anno in questo caso converrebbe?)
Grazie a tutti
submitted by giamboscaro to ItalyMotori [link] [comments]

Votate Antonio la trippa

"Se votare servisse a qualcosa non lo lascierebbero fare" Mark Twain {CAMERATESCA-MENTE Nemmeno davanti alle teste che rotolano possiamo aspettarci serietà intellettuale dagli antifascisti Rivoluzionari de' noantri... Così lo capite? Dai biscotti con la Nutella alla complicità con questo Governo criminale Nemmeno davanti alle teste che rotolano possiamo aspettarci serietà intellettuale dagli antifascisti Posted: 30 Oct 2020 08:30 AM PDT La sinistra e gli antifascisti tutti sono sugli scudi per difendere l’indifendibile, per negare l’evidenza, vale a dire che il terrorista che si è divertito a tagliare teste dentro la Cattedrale di Nizza, nella giornata di ieri, è sbarcato a Lampedusa. Tra chi parla di “caso isolato” – evidentemente dimentico delle decine di attentati che hanno flagellato l’Europa negli ultimi anni – e chi continua imperterrito a difendere la politica dei porti aperti a tutti ed a qualunque costo, gli esempi della malafede e della disonestà intellettuale degli antifascisti non si contano più. Una domanda sorge spontanea: da dove diamine avreste mai pensato che provenisse l’attentatore, se non dalla frontiera colabrodo italiana? Quale altra Nazione europea permette l’ingresso nel proprio territorio di centinaia di migliaia di stranieri – totalmente diversi ed incompatibili da noi per sangue, religione, cultura, mentalità, civiltà – di fatto delegando la politica estera a scafisti ed ONG? Non a caso il Ministro degli Esteri francese, in queste ore, sta seriamente valutando, in accordo con tutto il Governo, di chiudere i varchi dall’Italia. Siamo la barzelletta d’Europa, facciamo entrare chiunque, e che siamo dei pagliacci, in Europa, lo sanno bene. Va detto: la Francia paga l’aver preteso, in nome della società multirazziale e del politicamente corretto, di accogliere orde di accattoni e di parassiti africani sul proprio territorio – per lo più con l’intenzione di cancellare il proprio passato colonialista e sfruttatore – di integrare chi integrabile non lo è affatto, e non aspetta altro che qualche vignetta di dubbio gusto di Charlie Hebdo (oggettivamente vignette squallide e di dubbio gusto, ma a nessuno di noi occidentali verrebbe mai in mente di fare irruzione nella loro redazione con un kalashnikov, per quanto l’idea possa essere allettante) per far saltare in aria qualche decina di infedeli o per staccare qualche testa a colpi di machete. Chi, tra i miei camerati, si aspetta un minimo di onestà intellettuale da questa gente, resterà puntualmente deluso. Ricordo solamente che, quando una nostra connazionale è stata picchiata, violentata e poi messa a tranci dentro due valigie, nel migliore dei casi ha dato della puttana a quella povera ragazza, nel peggiore è sceso in piazza a manifestare contro il razzismo. Non possiamo aspettarci nessuna serietà da questa gente che ha svenduto la Nostra Civiltà e ci ha messo nelle mani di parassiti mille volte inferiori a noi per costumi, civiltà, progresso; né possiamo aspettarci che sui mass media e nella classe politica si apra un dibattito che indaghi seriamente la direzione in cui sta andando l’Europa, un continente che si evolve sempre più in una enorme periferia africana ed islamica. Rivoluzionari de' noantri... Posted: 30 Oct 2020 04:30 AM PDT E' pieno di dementi che negli ultimi giorni stanno esaltando come eroi i vari manifestanti d'Italia, apparentemente in piazza contro il governo, in realtà in piazza per fare casino ed ottenere qualche briciola di sussidio. Ieri si parlava di Napoli e dintorni, dove il 70% dei votanti, solo un mese fa, ha votato quel De Luca che oggi fingono di contestare; oggi si parla di Torino, ove gli immancabili cessi sociali (spalleggiati dai loro compari clandestini), hanno devastato e saccheggiato negozi (ma non dovevano manifestare per difendere i commercianti vessati dal governo?), come loro costume... Vediamo poi ai vari TG manifestanti pacifici, con regolare museruola (alcuni addirittura con il modello extra lusso, con valvole incorporate, per sopravvivere anche ad Ebola!), piagnucolare contro il governo per le misure restrittive... Ma fate pace con voi stessi; se credete nel fanta virus e state accucciati come cani con la museruola, che cazzo protestate a fare? Lo fanno per il vostro bene. E se non credete al fanta virus, che cazzo mettete a fare la museruola? Perchè vi cagate sotto all'idea di prendere la multa? Tanto lo sappiamo, se riuscirete ad ottenere qualche centinaio di euro di obolo governativo, tornerete sui balconi a cantare "Bella Ciao" ed a gridare "Andrà tutto bene"... E magari a denunciare gli "irresponsabili" che continueranno a protestare per difendere la loro libertà, o per avere anche loro qualche elemosina... Quanti di voi "contestatori" si sono sempre proclamati antifascisti, dicendo e scrivendo cazzate su quel terribile regime che diede agli italiani case, lavoro, Leggi sociali all'avanguardia, opere pubbliche ed un sistema previdenziale che oggi è stato trasformato in uno schema di Ponzi per rapinarvi? Chi vi ha dato il sabato "Fascista", portando la settimana lavorativa a 40 ore, è diventato illiberale, vi conculcava le libertà... Allora godetevi questa democrazia antifascista per la quale avete tante volte manifestato... Hanno sostanzialmente abolito la proprietà privata, come in URSS, dato che non siete più liberi di aprire i vostri negozi, vi hanno ridotti a cagnolini con la museruola e vi impediscono di usare i mezzi pubblici, di entrare nei negozi e persino di passeggiare se non la usate... Vi impediscono di svagarvi e divertirvi, ma qualche cretino fa i paragoni con il coprifuoco che vigeva in tempi di guerra... Godetevi il vostro antifascismo senza fare tanto baccano in piazza, tanto non cambierete mai nulla, se non in peggio... E continuate a votare per i tristi epigoni del comunismo (compresi quelli come il comunista padano), tanto il pericolo è il "Fascismo", no? Ma almeno non rompete il cazzo blaterando di libertà e diritti, cose che non sono mai state di vostra competenza. Verificate dalla tabella allegata quanto siete coglioni da sempre e quanto avete desiderato il comunismo, che oggi vi governa! -- Dott. Carlo Gariglio - Segr. Naz. MFL-PSN www.fascismoeliberta.info www.lavvocatodeldiavolo.biz Così lo capite? Posted: 30 Oct 2020 02:00 AM PDT Dai biscotti con la Nutella alla complicità con questo Governo criminale Posted: 30 Oct 2020 12:00 AM PDT Dai biscotti con la Nutella alla complicità con questo Governo criminale: la farsa dell’opposizione, in Italia, è tutta qui. Con buona pace di chi pensa che la destra, in Italia, sia alternativa al “sistema” senza capire che essa stessa fa parte del sistema, e ne costituisce uno degli ingranaggi fondamentali per dare l’illusione al popolino di poter scegliere. You are subscribed to email updates from CAMERATESCA-MENTE. To stop receiving these emails, you may unsubscribe now. Email delivery powered by Google Google, 1600 Amphitheatre Parkway, Mountain View, CA 94043, United States} Copia in Incolla
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Real Life Soap Opera - FINALE: La Peste a Milano

ep I, ep II, ep III, ep IV, ep V, ep VI, ep VII, ep VIII, ep IX, ep X,
mi piace il fatto che il setting di questo episodio sia ancora più manzoniano del solito. è un buon modo di chiudere. è anche forse più lungo degli altri episodi, come ogni finale di serie che si rispetti.
riassunto della puntata precedente: In seguito a una foto incautamente postata da Lucia, Don Rodrigo si è insospettito e ha costretto Lucia a confessare, almeno parzialmente, della sua tresca clandestina. Venuto a conoscenza del litigio tra i due, Renzo decide di interrompere i contatti con Lucia, la quale però lo invita ugualmente a un incontro della sinistra setta religiosa a cui appartiene. Spinto dalla curiosità, Renzo accetta.
Episodio XI: La Peste a Milano
Renzo e Lucia si sono dati appuntamento la domenica mattina in centro per andare insieme allo strano incontro mistico. Renzo attende con trepidazione il momento, in parte perchè è effettivamente molto curioso di vedere cosa succede in questo culto esotico, e in parte perchè è dell’idea di forzare le cose con Lucia per uscire, in un modo o nell’altro, da questa fastidiosa situazione indeterminata.
I piani di Renzo sono destinati ad essere stravolti da un avvenimento ben più grande delle sue beghe amorose: lo scoppio dell’epidemia di Coronavirus.
Il sabato Renzo è in montagna con un’amica e i loro telefoni non prendono per tutto il giorno. Mentre rientrano a Milano ricevono le prime allarmanti notizie dei contagi in Lombardia. Renzo ha dei problemi di salute pregressi piuttosto seri, e chiama quindi il suo medico per avere consiglio. Siamo ancora in un momento in cui poco si sa di questo virus e per questo motivo il medico, forse con eccesso di prudenza, ingiunge categoricamente a Renzo di non uscire di casa.
Renzo, oltre ad essere preoccupato per l’incombente fine della civiltà, è anche dispiaciuto di non poter andare alla messa satanica il giorno successivo, e chiama Lucia per avvisarla.
La ragazza non solo non prende sul serio le cose, ma si incazza pure accusando Renzo di essersi inventato una scusa per non andare. In realtà subito dopo poi capisce quanto le cose siano serie, anche perchè la setta annuncia ufficialmente che l’evento è annullato.
Come è stato per tutti, questa emergenza epocale ha stravolto i piani di vita di entrambi. Renzo sarebbe dovuto partire per l’estero proprio in quei giorni e stare via diversi mesi ma ovviamente è tutto annullato. Lucia, anche lei, sarebbe dovuta tornare temporaneamente negli USA dalla famiglia di lì a breve, una volta completate le pratiche della cittadinanza, ma è tutto rimandato a data da destinarsi.
Cala, progressivo ma inesorabile, il lockdown. Renzo comincia lentamente ad adattarsi alla triste vita solitaria dello smart worker recluso. Lucia, complice forse la noia, si fa sentire spessissimo ed è come sempre molto piacevole. I due si videochiamano anche diverse volte la sera, a lungo, per scherzare un po’ e tirarsi su di morale a vicenda.
Le scene dei due che, dalle loro tristi stanzette, si scambiano battute e sguardi amorosi attraverso il monitor del portatile sono accompagnate dalla voce di Sting in Every Breath You Take, che sembra scritta apposta.
Passano i giorni. La gente fa i flash mob sui balconi e i telegiornali riportano le prime tragiche immagini di feretri accatastati negli obitori degli ospediali. Il lockdown è totale.
Incurante di tutto ciò, Lucia è ancora una volta imprevedibile: Renzo, vorrei venirti a trovare.
Le obiezioni potrebbero essere mille. Renzo le chiede semplicemente, considerate tutte le regole e i decreti: come fai a venire da casa tua? abiti dall’altra parte della città. la risposta di Lucia è contemporaneamente delirante e inoppugnabile: con la metropolitana.
E così fa. Nei giorni più bui dell'epidemia, mentre i giornali riportano numeri impressionanti di morti e contagiati e i monumenti di tutto il mondo si illuminano del Tricolore, in totale barba a polizia, autocertificazioni e bollettini dello Spallanzani, una mattina qualsiasi Lucia prende bel bella la metropolitana e si fa tutta la città da parte a parte per andare a trovare Renzo.
Dal momento in cui lui le apre la porta di casa passano forse quaranta secondi prima che i due si lancino in una furiosa sessione di sfrenato sesso extraconiugale.
Inutile dire che Renzo si è completamente dimenticato di farsi dire cosa ne fosse stato di Don Rodrigo. Anzi, pensa che non sia cambiato niente tra quest’ultimo e Lucia e che i due siano ancora tecnicamente insieme, altrimenti lei le avrebbe detto qualcosa…
E così è. Un paio di giorni dopo, in piena notte, Lucia telefona a Renzo. è di nuovo in lacrime: ha di nuovo litigato con Don Rodrigo ma non si sa perchè. Dice a Renzo che non ne può più e che ha delle considerazioni importanti.
Uno, non tornerà negli USA per l’estate ma rimarrà in Italia. Due, appena finisce il lockdown si impegnerà per cercare lavoro a Milano. Tre, crede che la sua relazione con Don Rodrigo sia diventata sterile e inutile e sta pensando di mollarlo.
PUBBLICITA’ Il marketing ha impiegato meno di chiunque altro ad adattarsi al coronavirus e adesso le pubblicità sono tutte uguali.
“E’ già dal 1932 che noi di Brambilla&Figli siamo vicini agli italiani. In questi tempi difficili, quando tutti siamo lontani, vogliamo essere più vicini che mai a tutti voi, e per questo noi di Brambilla&Figli ci stiamo impegnando tantissimo per ripartire tutti insieme appena tutto sarà finito” il tutto accompagnato da gente che canta sui balconi, gente felice con la famiglia in case giganti che si videochiama, e un’infermiera piuttosto fica che sorride.
...Lucia sta pensando di mollare Don Rodrigo. Renzo si trattiene dal dirle che era ora che si svegliasse. Che ci sia voluta una tragedia mondiale epocale per farla rinsavire?
Sembra che tutto volga per il meglio per Renzo e Lucia. Due righe fa i due scopavano come ricci e adesso sembra che lei voglia mollare il fidanzato. Sembrerebbe proprio una di quelle storie d’amore che finiscono bene, dove tutti vivono felici e contenti.
Il colpo di scena finale sarebbe stato facilissimo: questo è l’ultimo episodio. ora spengo il portatile, che Lucia sta dormendo vicino a me e non voglio darle fastidio.
E invece no. La differenza tra le storie vere e quelle inventate è che quelle vere non finiscono con un crescendo di tensione e un colpo di scena finale in cui si risolve tutto. E questa è una storia vera.
Quello che succede è che la situazione già spiacevole del lockdown per Lucia diventa ancora peggiore: la ragazza comincia ad avere seri problemi economici perchè non può nemmeno fare quelle due lire che faceva prima ogni tanto con lavoretti occasionali e le sue misere riserve sono finite. Tutta la sua famiglia negli states non sta lavorando, anche loro causa Coronavirus. Le mandano quello che possono ma l’affitto a Milano è costoso.
Su consiglio di Renzo parla con il padrone di casa che è una persona molto disponibile e sarebbe disposto a non farla pagare del tutto, ma sia lei che la famiglia di lei non si sentono di dipendere così dalla generosità dell’anziano signore e alla fine si accordano per metà affitto.
Non è che stia letteralmente morendo di fame, però questa situazione la riempie di ansia e apprensione.
In più, l’Innominato sta dando fuori di matto. Minaccia continuamente Lucia di andare al comune e di spifferare all’Azzeccagarbugli che la ragazza non abita più da lei. Non si capisce perchè lo faccia, forse vuole dei soldi che comunque Lucia non ha, o forse è solo un continuare della sua personalità oppressiva, o forse ancora lo fa per effettiva paura del fatto che sta violando la legge? non si sa.
Se l’Innominato andasse davvero in comune a fare casino le conseguenze per Lucia potrebbero essere serie, non tanto per aver dichiarato una cosa non vera, ma perchè dovrebbe ricominciare tutto l’iter burocratico da zero nel nuovo comune di residenza, con annesse spese economiche, il problema di dover trovare un affitto regolare, e ulteriori mesi e mesi.
A un certo punto l’Innominato effettivamente va in comune e effettivamente denuncia che Lucia non vive più lì. Nero su bianco. In un paesino minuscolo tutti si conoscono, e l’Azzeccagarbugli sa quanto l’Innominato sia una persona orribile. Pertanto, chiama Lucia subito e si fa spiegare tutto.
Lucia chiama Renzo per avere un aiuto con la comunicazione e così i tre hanno una bizzarra comunicazione telefonica triangolare in cui una Lucia con la voce rotta spiega, attraverso Renzo, la sua storia all’impiegata del comune di Roccaminchiona.
L’azzeccagarbugli, intenerita dalla situazione, decide di nascondere il documento firmato dall’Innominato finchè le pratiche di Lucia non siano finite, ma non potrà farlo ad libitum. Quindi raccomanda di finire tutto con la massima fretta. il problema è che mezzo mondo è in lockdown e anche le ambasciate lavorano a rilento…
Lucia è una persona molto sociale, abituata ad andare in giro tutte le sere con gente varia, ridere e fare casino, e avrebbe avuto difficoltà ad adattarsi all’isolamento anche nel migliore dei casi. E’ anche chiaro a tutti ormai che non è esattamente la persona più emotivamente solida del mondo.
Le ansie economiche, la paura dell’Innominato, il traballare della lunga relazione con Don Rodrigo, l’altalenarsi dei sensi di colpa con Renzo, la solitudine del lockdown in un paese straniero dove si sentiva già sola in tempi migliori. Tutte queste cose si sommano l’una con l’altra and it wears her out. Lucia è triste, sola e molto depressa.
Lucia non chiama più Renzo nel mezzo della notte per raccontargli cosa ha sognato. Non gli invia più video di Trump per ridere delle cazzate che dice. Sono finite le videochiamate affettuose serali in cui le risate di Renzo facevano picchiare i vicini sul muro. Niente più foto in cui mostra orgogliosa a Renzo quale ricetta italiana ha impietosamente massacrato con impegno.
Quelle rare volte che si sentono parla con voce abbattuta e confessa di piangere in continuazione, di voler tornare a casa e di voler essere lasciata sola. Lui prova a tirarla su sparando un po’ di cazzate come ha sempre fatto ma non funziona più.
Quando invece è Renzo a farsi sentire lei risponde a monosillabi o non risponde affatto.
Da quando i due hanno cessato ogni contatto è passato un altro mese. Secondo le ultime informazioni Il master che Lucia voleva fare non si sa nemmeno se ci sarà, e difficilmente lei troverà lavoro per mantenersi mentre studia. Appena finite le pratiche e appena permesso dalle restrizioni al trasporto internazionale, Lucia tornerà a casa negli States, per rimanerci.
Schermo nero. la sigla finale è un blues lento, tristissimo. Fine
e io, –disse un giorno al suo moralista- cosa volete che abbia imparato? Io non sono andato a cercare i guai: son loro che sono venuti a cercar me. Quando non voleste dire, –aggiunse sorridendo– che il mio sproposito sia stato quello di volerle bene, e di legarmi a lei.
I guai vengono bensì spesso, perché ci si è dato cagione; ma che la condotta più cauta e più innocente non basta a tenerli lontani; e che quando vengono, o per colpa o senza colpa, la fiducia in Dio li raddolcisce, e li rende utili per una vita migliore. Questa conclusione, benché trovata da povera gente, c'è parsa così giusta, che abbiam pensato di metterla qui, come il sugo di tutta la storia.
La quale, se non v'è dispiaciuta affatto, vogliatene bene a chi l'ha scritta, e anche un pochino a chi l'ha raccomodata. Ma se in vece fossimo riusciti ad annoiarvi, credete che non s'è fatto apposta…
The Police - Every Breath You Take
R.E.M. - It's the End of the world as we know it (and I feel fine)
Radiohead - Fake Plastic Trees
Daniel Norgren - Stuck in the Bones
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Boombox - L'appuntamento musicale di r/Italy [12/06/20]

Boombox - L'appuntamento musicale di Italy [12/06/20]

Tedua
Bentornati su Boombox, l'appuntamento musicale di italy dedicato alle nuove uscite musicali della settimana! Ormai a Giugno inoltrato, diamo un'occhiata insieme ai nuovi arrivi nel mondo della musica.
🚨 Le pubblicazioni citate in basso non sono che una piccola porzione delle numerose uscite settimanali: sentitevi liberi di contribuire con il meglio dalla vostra selezione! 🚨
💽 Tedua - Vita Vera Mixtape: aspettando la Divina Commedia
Altro giro altro regalo per Tedua, fuori di nuovo con il capitolo conclusivo del suo mixtape. Dentro al nuovo disco nuovi featuring (il disco apre con una collab con Massimo Pericolo) e tanta attesa per questa "Divina Commedia" che, al netto dei due mixtape appena pubblicati, si prospetta un'esperienza interessante.
🎶 Woodkid - Pale Yellow
In attesa del nuovo attesissimo studio album di Woodkid, ecco un altro assaggio del suo imponente lavoro orchestrale di Yoann Lemoine in "Pale Yellow", il seguito di Goliath.
🎶 Gorillaz - Friday 13th (feat Octavian)
Prosegue il progetto "Sound Machine" dei Gorillaz con un nuovo episodio. A questo giro la collaborazione è con Octavian, rapper-scrittore anglo-inglese. Toni distesi, synths e hi hats: un altro brusco cambio di genere a sottolineare ancora una volta l'incredibile versatilità di questo progetto.
🎶 Dargen D'Amico - Ma non era vero
Come ormai tradizione all'inizio di ogni nuovo mese, ecco il terzo singolo di Dargen D'Amico: ancora silenzio sul nuovo disco, di cui si hanno ben poche notizie. Quel che è sicuro è che questi ultimi pezzi pubblicati hanno dato grande speranza ai fan: abbiamo bisogno di un po' di nuovo Dargen oggi più che mai.
💽 Psicologi - Millenium Bug
"È stato complicato, perché abbiamo sempre fatto le cose in studio insieme, lavorando gomito a gomito. Confrontarsi virtualmente era un casino, ma alla fine ce l'abbiamo fatta". Iniziato prima del lockdown, concluso con fatica in quarantena: è finalmente fuori il primo disco del duo degli Psicologi.
🎶 6ix9ine - Trollz ft Nicki Minaj
Questo Venerdì è uscito anche il nuovo pezzo di 6ix9ine, che vanta una collaborazione (criticatissima) con la rapper Nicki Minaj. Una parte dei profitti del brano andranno a un fondo che fornisce assistenza a persone in attesa di processo che non possono permettersi di pagare la loro cauzione.
🎶 Tyla Yaweh - Tommy Lee (ft Post Malone)
“Tommy Lee”, come il polistrumentista e cantante greco naturalizzato statunitense dei Mötley Crüe, è il titolo della nuova canzone di Post Malone in collaborazione con Tyla Yaweh.
UTILITIES
NUOVE USCITE
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Real Life Soap Opera - Episodio X: Parigi val bene una messa

ci avviciniamo alla fine della storia… probabilmente questo sarà il penultimo episodio.
ep I, ep II, ep III, ep IV, ep V, ep VI, ep VII, ep VIII ep IX
riassunto della puntata precedente: Lucia è stata cazziata da quella ficcanaso di Gertrude per la sua relazione clandestina con Renzo. Lui e Lucia inizialmente decidono di interromperla, ma subito dopo ci ricascano. Incombono poi diversi problemi: da una parte i sensi di colpa altalenanti di Lucia che minacciano di far esplodere tutto, dall’altra la sua insistenza nel cercare di tirarlo dentro a quella che sembra sempre di più una sinistra setta religiosa.
Episodio X: Parigi val bene una Messa
in questo periodo Renzo cerca di barcamenarsi tra tutte le incognite di questa storia incasinata. Frequenta Lucia senza sapere bene cosa fare sul lungo termine, cerca da una parte di evadere i suoi pressing religiosi e dall’altra di ottenere più informazioni a riguardo, e viene impietosamente preso per il culo da chiunque.
Infatti, Tonio e Bortolo sanno tutta la storia, e con loro tutti i colleghi e gli amici di Renzo. Il poveretto lavora in un open space con dentro un centinaio di persone della sua età e le storie girano, soprattutto quando sono fantozziane quanto questa.
Ora ogni volta che entra in ufficio viene accolto da innumerevoli allora Renzo quand’è che si va a messa?, come sta Pinochet? (appellativo per Lucia nato da un’incomprensione circa la sua nazionalità, e rimasto), è passato un sudamericano incazzato che ti cercava… e così via.
Un po’ per gioco e un po’ no, Renzo, Bortolo e una collega stanno cercando di mettere insieme i pezzetti di informazione che Lucia ha dato per capire quale sia effettivamente la setta a cui lei appartiene. Le informazioni in realtà sono molto poche, ma qualcosa Renzo è riuscito a farselo dire: Lucia ha detto di essere protestante, il che restringe leggermente il campo, Renzo sa anche gli orari degli appuntamenti fissi di lei, e vagamente i posti in cui lei e gli altri accoliti si ritrovano.
Con questi dati e un bel po’ di ricerche tra google e social network vari, i tre restringono il campo a due associazioni che sembrano semi-religiose: una è una robaccia new age di self-improvement americana tipo scientology che sembra fondamentalmente uno scam per farsi dare dei soldi, l’altra è un movimento di massa nato in Australia, che stando a internet riempie interi stadi e ha sedi in tutto il mondo. Entrambe le associazioni hanno riunioni settimanali e appuntamenti fissi la domenica negli orari giusti. Nessuna delle due sembra una pista troppo promettente.
Da parte sua, Lucia sta finendo i suoi corsi di Italiano e le pratiche per la nazionalità. La burocrazia italiana è nota per essere farraginosa, ma lei ci ha messo del suo: quando è arrivata in Italia infatti, per risparmiare, è andata a vivere in un paesucolo inutile di 1500 abitanti in una provincia vicina, presso una lontana conoscente della sua famiglia, che sarà d’ora in poi L’Innominato.
L’Innominato si è rivelata poi essere una persona orribile, con dei disturbi mentali non indifferenti, che maltrattava Lucia, la minacciava quando tornava a casa in ritardo, le impediva di uscire di casa e così via. Lucia è quindi praticamente fuggita dalla casa dell’Innominato per venire a vivere a Milano.
Il problema è che aveva iniziato l’iter burocratico mentre risiedeva a Roccaminchiona, e quindi risulta ancora legalmente risiedente là, e questo noon può essere cambiato. La sua pratica è seguita da un’impiegata del comune di Roccaminchiona, gentile ma non troppo brillante, che prenderà il nome di Azzeccagarbugli. Senza far scoprire all’Azzeccagarbugli che ormai sta a Milano, Lucia si deve recare regolarmente nel paesello per fare le pratiche. In contemporanea deve tenere buono l’Innominato che, agli occhi della legge, è garante del fatto che Lucia risiede sempre là.
Gertrude non si è più lamentata, forse pacificata da qualche finta rassicurazione di Lucia, forse rassegnata all’inevitabile.
Renzo e Lucia continuano con la loro frequentazione low-profile e le loro gite fuori città. è dopo l’ennesima di queste che succede il fattaccio.
PUBBLICITA’ non guardo la TV da anni e non ce l’ho nemmeno in casa. ho finito le idee. Di conseguenza l’inserzionista di oggi sarà una roba vecchissima che ricordo dalla mia infanzia: la Fabbrica Dei Mostri. Un’atroce fornetto elettrico che permette di sciogliere delle plastiche probabilmente tossiche, versarle in stampini di piombo e produrre così insetti, vermi e animaletti vari colorati. Come facessimo a divertirci con quella roba rimane un MISTERO.
Siamo arrivati ad un weekend di fine Febbraio, Renzo e Lucia hanno passato il sabato mattina a vedere un museo, il sabato pomeriggio da lei, e la domenica a visitare una cittadina d’arte a un paio d’ore da Milano. Il giorno successivo, Lunedì, Renzo chiama Lucia all’uscita dal lavoro, come consuetudine, per fare due chiacchiere e decidere se vedersi o meno la sera.
Lucia risponde in lacrime. è successo un casino, non possiamo più parlarci. Renzo riesce in qualche maniera a tranquillizzarla e a farsi dare una spiegazione: è successo che Lucia ha postato su qualche social network una foto della loro gitarella del giorno precedente. Don Rodrigo ha visto la foto sul social e, nonostante Renzo non fosse inquadrato, si è insospettito. Ha cominciato a fare domande sempre più insistenti a Lucia su dove fosse andata, con chi e così via, finchè lei non ha ceduto e ha mezzo confessato di ”aver conosciuto qualcuno con cui si trova molto bene” (Sic).
Comprensibilmente Don Rodrigo si è incazzato e ha minacciato Lucia di mollarla, il che ha scatenato un litigio tra i due.
Renzo è stanco, stressato dal lavoro e stufo di questo continuo tira-e-molla alla Charlie Brown. Dice chiaramente a Lucia che, se lei vuole evitare di creare problemi alla sua relazione con Don Rodrigo, allora la devono smettere davvero di vedersi e sentirsi. Si scusa per non esserci riuscito la prima volta e promette di non disturbarla più. Chiude la conversazione e spegne il telefono.
Questa volta niente musica triste sulla scena di lui che torna a casa: è più incazzato che dispiaciuto. Le immagini sono solo accompagnate dai rumori freddi e impersonali della metropolitana e della pioggia battente.
Bortolo scommette che ricominceranno a sentirsi dopo tre giorni, l’altra collega dice una settimana.
In realtà di giorni ne passano due, ma Lucia si muove da una direzione completamente inaspettata: senza particolari preamboli chiede a Renzo, in modo quasi supplichevole, di andare in chiesa con lei la domenica seguente. Dice che per lei è molto importante e vorrebbe che andassero insieme.
Quando Renzo le chiede diobuono non mi hai mica detto che non dobbiamo più cagarci puttana la miseria, lei risponde di stare tranquillo e che ha sistemato: ho parlato con Don Rodrigo ed è tutto ok.
Renzo non sta più capendo. è tutto ok cosa? cambiare idea ogni sei secondi? avere l’amante? andarci in chiesa? La scena di Renzo sorpreso e perplesso da queste parole deliranti è accompagnata dalle note psichedeliche di Brain Damage.
Mentre Renzo sta ancora processando e non sa come rispondere Lucia gli manda i dettagli dell’ipotetico appuntamento. Colpo di scena! E’ la setta degli australiani.
Stando a google si tratta di una megachurch pentecostale (checchè significhi) con più di ottanta sedi nel mondo, centocinquantamila presenze alla settimana, piena di soldi. è’ nata da due predicatori di Sydney, ha un sito fichissimo e una serie di scandali finanziari, sessuali e politici alle spalle.
Ogni settimana organizza un “incontro” in un teatro lussuosissimo del centro di Milano. Nella descrizione di questo incontro le parole “Amore” “Gesù” appaiono circa un miliardo di volte in tre righe.
Da una parte c’è l’incazzatura per l’irragionevolezza di Lucia, dall’altra è tornata prepotente la curiosità. Renzo probabilmente legge troppo e ha troppa fantasia: nella sua mente si generano visioni esagerate di neri che cantano gospel e ballano come nei Blues Brothers, americani in trance che svengono al tocco di predicatori-star, folle che osannano leader religiosi alla Paul Atreides in Dune.
I colleghi ovviamente lo spingono ad andare: mi metto dei baffi finti e vengo anch’io, che figata, filma tutto, dai vai, quando ti ricapita una roba del genere, finchè non lo convincono. Renzo accetta l’invito di Lucia.
Il piano è quello di andare, vedere com’è questa messa satanica, capire che idee ha Lucia, e nel caso salutarla definitivamente. Lucia è di gran lunga la ragazza più piacevole e divertente con cui lui abbia mai avuto a che fare e le è molto affezionato, ma è anche decisamente fuori di testa.
stacco sui titoli di coda sulle parole tristi e accusatorie di Sossity, You’re a Woman. Fine dell’episodio X
Pink Floyd - Brain Damage
Jethro Tull - Sossity, You’re a Woman
submitted by slightly_mental to italy [link] [comments]

Ad un passo dall'oblio.

Ciao, sono Fabio e ho 22 anni. Sono uno dei tanti giovani in questa Italia, e fra una scuola che non ho portato a termine, anni di precarietà economica e lavorativa, instabilità gravi fra le mura di casa e un carattere che tende a rendere tutto nero, mi ritrovo all'inizio del 2020 in uno stato di terrore mai provato prima. Gli ultimi 6 mesi sono stati brutti, ma gli ultimi 2 mi hanno dato il colpo di grazia. Ho rischiato di perdere il lavoro, mi sono visto lo stipendio dimezzato e il conto alle poste scendere di molto per spese grosse. In casa sono solo con mia madre ed un padre che non lo considero più tale, scappato di casa ma che la notte torna per dormire. Un casino. E in questi due giorni il tracollo con la mia ragazza, mi dice che non riesce più a stare bene e che fra tutte le cause ci sono anche io. Senza dilungarmi troppo, in pratica il mio grande malessere fisico e psicologico sono ricaduti anche su di lei, già debole di suo, e sto rischiando di perdere anche l'unica persona che amo e di cui mi fido.
In poco tempo sto seriamente vedendo cadere a pezzi tutto, rimanendo sempre più solo e con meno possibilità di fuga, il buio attorno a me è tremendamente pauroso e io sono inerme, non so cosa fare per migliorare le cose, non ho la forza per salvare il salvabile. Non ho la forza fisica e mentale per aggiustare quel che posso, mi sento così a pezzi che faccio fatica anche a piangere.
Chi ci è già passato.. come ha fatto? Come vi siete alzati da tutto ciò? Ho la grande paura di cadere in un baratro ancora più grande, dove uscirne sarà quasi impossibile senza un aiuto esterno. Ho paura di svegliarmi una mattina e non avere più la forza di continuare. Non voglio farmi sopraffare da tutto questo. Mi sento troppo giovane per questo.
submitted by FabioSpoto to italy [link] [comments]

Rientro in Italia e dichiarazione tasse anni precedenti

Ciao /ItaliaPersonalFinance
ho un quesito riguardo la mia posizione
Mi sono trasferito a febbraio 2018 in UK, dove già a fine mese feci domanda di iscrizione all'AIRE per evitare di dover pagare le tasse anche in Italia (o la differenza, in UK sono inferiori).
Ho mantenuto per qualche mese il mio conto in Italia (avevo circa 40k euro di risparmi accumulati negli anni, mai investiti e tenuti sul conto) per poi chiuderlo in uno dei rientri successivi in Italia per visitare la famiglia e trasferire tutto sul conto che avevo aperto qui.
Ora credevo di essere tranquillo per quanto riguarda la situazione tasse ma il consolato qui ha tempi biblici e mi hanno accettato la domanda praticamente solo a gennaio 2019. Purtroppo per quanto riguarda la residenza fa fede la data di iscrizione e non quella di presentazione domanda e quindi l'ho preso in quel posto. Non ho presentato alcuna dichiarazione per l'anno 2018 (tranne che per quei 2 mesi che ho lavorato in Italia per i quali ci ha pensato il mio sostituto d'imposta, la mia vecchia ditta) anche perchè ritenevo ingiusto pagare. Non ho usufruito di alcun servizio, non ho interessi di alcun tipo in Italia, ne casa, auto, moto o alcun tipo di relazione e ho risieduto per una percentuale ben superiore al 50% all'estero durante quell'anno.
Ora con tutta la situazione che si è creata al momento avrei voglia di rientrare nel momento in cui sarà sicuro per me e soprattutto per i miei famigliari, probabilmente nella seconda metà dell'anno, così da stare tranquillo anche per l'anno 2020 per la questione tasse.
Ora, dal punto di vista fiscale, dovrei regolarizzare sto benedetto anno 2018 per non trovarmi problemi in futuro? Trovo ancora opinioni contrastanti su questa cosa ma in generale l'opinione sarebbe quella di pagare. Nel caso dichiarando quei redditi in ritardo avrei ancora diritto al credito d'imposta (ovvero pagare solo la differenza)?
In generale avrei problemi, una volta rientrato, a trasferire i soldi che avevo spostato dal mio conto a qui + quelli che ho messo da parte in questi anni? Sono stato fortunato a trovare dei lavori ben retribuiti in questo paio d'anni e ho messo da parte sopra i 100k euro, anche considerando quelli che avevo una volta trasferitomi qui.
Ultima domanda, avrei diritto a uno sconto fiscale applicato ai "cervelli di rientro"? Ammesso e non concesso di trovare lavoro col casino che ci sarà da qui a pochi mesi
submitted by SanchoPanza8419 to ItaliaPersonalFinance [link] [comments]

Ho comprato la Moleskine di Super Mario Land.

Ieri sera sono andato a bere una birra. Uscito dal locale, dopo aver speso una ventina di euro in luppolo, ho incontrato Ishmael.
Ishmael ci chiede una sigaretta, gliela diamo volentieri e ce la fumiamo facendo due chiacchiere. Viene fuori che ha esattamente la mia età, trentasei anni, e che è nato in Ghana. Non ci ha tediato coi suoi problemi, ma mi ha fatto una serie di domande per accertarsi che la mia vita stesse andando per il verso giusto. Mi ha chiesto se sono sposato, poi mi ha prontamente chiesto se ho figli. Quando gli ho detto di no si è intristito, mi ha preso la mano e l'ha guardata come se fosse un'equazione di secondo grado:
"Tu avrai due figli. È scritto. Prova a fare questo. Prima di andare a letto, per due settimane, prega Dio. Vedrai che tua moglie ti darà due figli."
Poi mi ha mostrato la Bibbia e mi ha chiesto se ne avevo una. Gli ho detto di sì, ho spento la sigaretta nel posacenere e ho deciso di non rovinare i suoi consigli sulla fertilità con la mia filosofia childfree da strapazzo.
È un tipo strano, Ishmael, ma è simpatico.
Ci ha mostrato il suo passaporto, tutto fiero dei tanti timbri, ci ha detto che l'Italia è bellissima, che siamo brave persone e che Dio vede tutto e ha un piano. Che nel cielo c'è giustizia, anche se in terra non c'è.
Poi il commiato. Io verso la mia casa col condizionatore già acceso, perché quest'estate signora mia il caldo non finisce più, lui verso la panchina a dieci metri dal locale. Mi riprometto di dargli una mano e gli chiedo se l'avrei trovato da quelle parti il giorno dopo. Mi risponde di sì, mi saluta e mi augura buona fortuna.
Fast forward. Oggi, finite le prime traduzioni del mattino, infilo venti euro nel portafogli e vado a cercare Ishmael. Lo trovo lì, sulla sua panchina, con lo sguardo triste. È felice e grato per i venti euro che gli ho portato, ma durante la notte, mentre dormiva, gli hanno tagliato una tasca dei pantaloni e gli hanno rubato il portafogli. Quello con dentro il passaporto e la carta della Western Union che usa per spedire soldi a sua moglie e suo figlio. Mi dice che sta pensando di tornare in Ghana, ma che non sa come e cosa fare.
Gli suggerisco di andare al consolato, lo cerco sul mio cellulare fantascientifico e scopro che per fortuna è a poco più di cento metri dalla panchina. Vorrei dargli il mio numero di telefono, in caso avesse bisogno di aiuto, ma lui un telefono non ce l'ha. E io devo tornare a casa, perché ho roba da tradurre, lavoro da fare, cose da sbrigare. Ho una vita, insomma. Però ecco, realizzo che è proprio diversa.
Tornando a casa mi fermo in stazione centrale per comprare la Moleskine di Super Mario Land, pensando a tutte le cose che do per scontate:
Agrodolce. Ma più agro che dolce.
AGGIORNAMENTO 22 AGOSTO
Questa mattina sono andato da Ishmael. L'ho trovato sulla stessa panchina ed è stato felice di vedermi. Tanto per cominciare gli ho dato un foglietto con sopra il mio numero di telefono. Anche se non ha un telefono, in caso di emergenze ha modo di contattarmi.
Poi ho indagato sulla situazione. Ci sono buone notizie. Ha un permesso di soggiorno e una fotocopia della sua carta di identità (italiana) e del codice fiscale. Ovviamente sono carta straccia, per il momento, ma almeno sappiamo che li ha. Non ho modo di sapere se il permesso di soggiorno sia in corso di validità, ma vedremo.
Gli ho detto che l'avrei accompagnato in questura, che avrei parlato io e che avremmo capito cosa fare. Lui parla un inglese decente ma pochissimo italiano, quindi anche solo capire cosa fare (senza accesso a internet, poi) è un casino. Ieri aveva provato ad andare dai carabinieri, ma non ha cavato un ragno dal buco perché in realtà deve andare in questura.
Prima di andare mi chiede con un certo imbarazzo se posso procurargli dell'acqua. Ha sete e vorrebbe lavarsi la faccia prima di andare in questura. Altra cosa che do per scontata: poter essere pulito/profumato a piacimento. Fa colazione con un paio di patatine al formaggio che tira fuori dal suo sacchetto, mi fa un sorriso ed è pronto ad andare. Sulla strada mi mostra anche il foglio con i dati e i movimenti del suo account PostePay. Ieri aveva provato a farsi ridare la carta, ma giustamente senza documenti non gliela possono dare. È ovvio, ma dal suo punto di vista è frustrante e la cosa l'ha fatto arrabbiare. Il saldo sulla sua carta è poco meno di seicento euro.
Arriviamo in questura, dove il poliziotto, dopo aver visto le fotocopie dei documenti, mi dice che deve andare nella questura centrale, in via Fatebenefratelli, e che poi si vedrà. Io purtroppo devo tornare al lavoro, quindi lo accompagno alla gialla e gli spiego che deve scendere a Turati. Ha un foglietto con su scritto l'indirizzo, spero che i milanesi saranno abbastanza cortesi da indicargli la via. Gli ho detto di farmi chiamare se ci sono problemi, e che in ogni caso ci vediamo domattina alla sua panchina. Se non riesce, lo accompagno io e vediamo di risolvere il tutto. Mi auguro che trovi un poliziotto disponibile e umano.
Gli ho chiesto se vuole davvero tornare in Ghana. Mi ha detto di sì, che è quello che vuole. Che è stanco di non sapere cosa fare e di vivere su una panchina. Gli promesso che lo aiuterò e che risolveremo il problema.
Ho tirato fuori dieci euro per accertarmi che oggi avesse da mangiare, ma non li voleva. Mi ha detto che sulla sua PostePay li ha (ma sappiamo che non ha modo di prelevare e che realisticamente non lo avrà per qualche giorno), che non ha mai chiesto l'elemosina in vita sua, che non è giusto. Per convincerlo ho citato la Bibbia (io! Ateo marcio). Ishmael mi ha ringraziato e ha accettato.
Gli ho augurato buona fortuna e gli ho detto che ci vediamo domani alle 10 alla sua panchina.
AGGIORNAMENTO 23 AGOSTO
Ishmael è riuscito a fare la denuncia del furto dei documenti. Ancora non ha accesso al suo conto di Postepay (è ovvio, ci vuole proprio il documento, però comprensibilmente lui è teso per i suoi soldi e ci prova tutti i giorni). Ieri ho realizzato che perché riesca a ottenere i documenti ci vuole un aiuto più qualificato del mio, quindi su consiglio di vari amici (grazie a tutti <3) ho contattato il SAI, che ha il pregio di trovarsi a cinque minuti a piedi dalla panchina. Li ho chiamati, ho spiegato la situazione e ho dato il mio numero (con la preghiera di chiamarmi per qualunque intoppo, ma anche per le inevitabili spese di marche da bollo e affini). L'unico problema è che l'ufficio riapre lunedì, ma direi che ce la possiamo fare. Ho portato a Ishmael una borsa da ginnastica con dentro qualche maglietta, una bottiglia di sapone e tre litri d'acqua. È stato molto contento e mi è sembrato soddisfatto del piano. Il primo istinto è stato mettersi la borsa sotto le gambe, perché "qui altrimenti ti rubano tutto". Mi ha detto che è stanco di fare questa vita. E lo capisco, cazzo. Gli ho ripetuto che gli daremo una mano a tornare in Ghana, mi ha abbracciato e ci siamo salutati. Secondo me ce la stiamo facendo.
submitted by Kenobit to italy [link] [comments]

[flame] [leghismo] [PADANIA] [facciam tutti ca'are] il razzismo verso i settentrionali

Buondì. Ispirato dal referendum per l'indipendenza veneta e dai suoi prevedibili stascichi (come l'evidenza che esiste una cultura per l'omogenizzazione del nazionalismo "italiano" francamente idiota), mi salta lo sghiribizzo di parlare di una piaga che affligge 1 italiano su 45.
Un italiano su 45* è costretto a trasferirsi per motivi di lavoro (va a rubare soldi a Roma ladrona), familiari (si innamora di una calabrese), economici (in Sicilia il pane costa meno) dal produttivo Nord al produttivo Sud.
Per qualche giorno, tutto fila liscio, il meteo è superlativo, il gelato è più buono, c'è un po' di casino ma i prezzi sono più bassi, figata.
Poi, però, capita l'inevitabile: si finisce col parlare di cibo locale.
Ora, i piatti del sud sono fantastici, e sono disposto a discutere di tutto fuorchè della superiorità della pasticceria siciliana, ma anche al nord ci difendiamo. E allora tiri fuori i pizzoccheri, la bagna cauda, la cassoula, la barbera e la polenta concia.
Ed ecco, a quel punto, che esce fuori il razzismo dei terroni verso il nord: "MA NOI LA POLENTA LA DIAMO AI MAIALI!!!" "VOI AVEVATE LA SCABBIA, LA RABBIA E LA SABBIA!" "CAVOUR VAFFANCULO".
Non solo il meridionale rivendica i torti subiti dalla sua terra dall'annessione nell'Italia, ma, piano, sottile e subdolo, come una lama tira fuori una serie di luoghi comuni verso i settentrionali che vengono coltivati nel Sud, per dipingere piemontesi, lombardi e triveneti come:

Quindi, amici colpiti da questo neoborbonismo d'accatto, che fare?

EDIT: Aggiunti contributi dal 3d
*come rilevato da me con questo palmo e questo pollice.
submitted by Louisbeta to italy [link] [comments]

Fascismo e criminalità organizzata

Gianni Alemanno e Luciano Casamonica
Una foto su un profilo Facebook che imbarazza il Campidoglio a quattro giorni dal ballottaggio: il sindaco Alemanno con un pluripregiudicato del clan Casamonica. L'immagine è stata postata sul social network: a condividerla sul proprio profilo, Luciano Casamonica, pluripregiudicato per traffico di stupefacenti, arrestato dai carabinieri del nucleo investigativo e della stazione Porta Cavalleggeri. "Una figura di spicco nel clan" dice chi si occupa dei Casamonica. La foto è stata condivisa sul social network dal titolare del profilo il 5 settembre del 2012: Alemanno in camicia bianca sorride accanto a Casamonica con la maglia dell'Italia. "A cena con il sindaco di Roma" è il titolo del post corredato dall'immagine. In un altro post, datato 4 febbraio 2011, Casamonica scrive: "Il sindaco e il vece sindaco di Roma". "Come gesto di cortesia - la risposta dello staff di Alemanno - il sindaco, come altri politici, si lascia ritrarre con chi glielo chiede. Lo fa anche con piacere, perché crede che la richiesta di una foto sia un gesto di apprezzamento per il lavoro svolto e per la carica pubblica. Non siamo certi né che sia stata scattata a una cena né che risalga al 2012" di GABRIELE ISMAN*
EDIT: (grazie netdream)
CASINO CASAMONICA – LA FOTO E’ VERA MA È SOLO IL CUGINO E OMONIMO DEL CASAMONICA PLURIPREGIUDICATO PER DROGA
EDIT 2:
Non si è fatta attendere la risposta del Comitato Alemanno: "Ancora una volta una certa stampa ha provato a gettare fango sul sindaco di Roma, Gianni Alemanno, immediatamente seguita a ruota da illustri esponenti del Pd. Quel Luciano Casamonica fotografato con Alemanno è incensurato e venne ritratto nel settembre 2010 durante una cena nel centro di accoglienza Baobab di via Cupa, organizzata dalle Cooperative Sociale che si occupano dell'inserimento di detenuti e persone svantaggiate. A quella cena erano presenti al tavolo del sindaco anche illustri esponenti del Pd come è facilmente documentabile da altre fotografie. Oltre ad Alemanno, infatti, c'erano anche l'ex capogruppo, oggi parlamentare, Umberto Marroni, suo padre Angiolo, garante dei detenuti della Regione Lazio, Daniele Ozzimo, consigliere capitolino del Pd"
submitted by strozzapreti to italy [link] [comments]

Subreddit Stats: ItalyInformatica top posts from 2016-08-22 to 2017-08-21 00:37 PDT

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[Table] AMA: [Bagni Proeliator] 60 minuti di puttanate.

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Date: 2015-10-07
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Questions Answers
Nebo, hai mai pensato di andartene dall'Italia? No, mai. Sono troppo innamorato di questo paese per immaginarmi fuori da qui. MI piace pensare di potergli dare qualcosa e voglio restarci per renderlo migliore, nelle mie possibilità. So che ci son tanti che se ne vanno, ma io ho il mal d'Italia appena entro in un aeroporto. Sicilia, Sardegna, Val d'Aosta... questo paese ha così tante meraviglie che non basta una vita per viverle tutte. Mettiamola così: affanculo il Grand Canyon, viva il Gennargentu.
Quando tornerà Nick Banana? Domanda difficile. Nick è un soggetto che mi piace molto, ma quello che metto sul blog non può essere quello che metto nei fumetti/libri. Poi era nato per coglionare i grillini, non m'aspettavo diventasse un personaggio così sfaccettato. Ho una mezza idea in testa, ma prima c'è altro da fare. Mettila così: a breve potrebbe tornare un nuovo capitolo sul blog.
Chao Nebo. Come sei passato da NGI a fare il giornalista? Hai aperto un blog e le cose si sono evolute da sole? Tiseguosempreciao obbligatorio. Su Manicomio scrivevo post. Gli altri manicomiensi (tra cui RRobe) mi han detto di aprirmi un blog. Il blog l'ha letto Alessandro Ferrari che stava facendo una rivista e m'ha chiamato a Milano a scrivere per lui. Lì ho conosciuto altri editori che hanno apprezzato e avanti coi carri. Il giornalista a Mestre, invece, è una storia diversa e staccata: ho semplicemente mandato il curriculum.
Dici che in un webbe 3.0 come questo la cosa sia ancora fattibile? Per i quotidiani, sì. Per il blog... è un discorso lungo. Credo il percorso che ho fatto io (forum > blog > riviste) sia ancora valido, con qualche modifica.
Da buon conterraneo, vorrei complimentarmi con te per il tuo "stile" di scrittura. Quali sono i tuoi autori preferiti? Da chi hai preso spunto? Domanda luuunga. Per cause di forza maggiori nella mia vita ho letto un fracco di roba, soprattutto classici. Autori preferiti non saprei dirtene uno, e fare l'elenco a mente sembrerebbe il parto di uno schizofrenico. Prendiamo i tre fondamentali: Philip K. Dick, Graham Green, Ludlum.
Ciao Nebo, ti sento sempre parlare di avvocati/querele è affini. Quanti problemi legali dovuti al tuo lavoro hai avuto finora? Tre. Uno enorme, due minori. Ho dovuto vendermi casa per pagare avvocati, risarcimenti e querele. Tanto che ho deciso di entrare a far parte di quelli che fanno partire gli avvocati, invece di essere sempre e solo quello che li subisce.
Porco dio! Immagino tu non possa fare il nome, però di che cosa si è trattato? Diffamazione? Diffamazione aggravata.
Quest'anno a Lucca, ci sarai? Yes, con quelli della Star comics. Dovrebbero fare una cosa tipo "aperitivo con Nebo" assieme a Kota e Mike. Però non escludo di cazzeggiare anche dalle parti della Limited Edition.
Dai nebo, perdonami il magone, ma consideralo il minimo dopo avermi inculato 17 Euro, spero siano andati tutti in puttane e droga ;) La domanda è fate ancora cazzate con gli altri, come sfondare quadri o vomitare in fontane, o ormai siete passati dall'altro lato dei trenta? Ti vedi padre di famiglia in un futuro? Cazzate con gli altri meno, sia perché mi sto trasferendo, sia perché la mattina dopo stiamo tutti di merda. Alcune cose son cambiate, altre sono sempre le stesse. Certo che mi vedo padre di famiglia! Ostrega, è la cosa che vorrei di più. Se potessi vorrei 10 figli: 9 maschi, l'ultima femmina.
Dove vai a vivere? Ti stanno costringendo con l'elettroshock a rispondere? Avverto un' "intensa" voglia di fare 'sta cosa. Milano. No, perché? È divertente!
Nebo ti sei sentito in colpa per aver incluso storie già postate sul blog nel tuo primo libro? Se si, quanto tempo ci hai messo per affogarle nell'alcool comprato con i diritti del libro? No. Il libro era un test da un lato, dall'altro un voler permettere a chi non frequenta Internet di leggermi. Da quel punto di vista, anche per quanto riguarda le copie, è stato un successo stellare. Adesso però si fa sul serio.
Nebo tu freqentavi Ngi ? Se la risposta é si ci fai un salto ancora adesso ? Che sezioni frequenti maggiormente ? Sono nato su NGI. Non ci vado più perché da lì son nati i casini legali peggiori. La mia unica sezione era ManiComio, la 63°. Sono un manicomiense. Ci sono ancora i miei vecchi post.
Ciao Nebo, ho avuto il piacere di scambiare qualche parola con te al Mantova Comics dell'anno passato. Ricordo il tuo libro come una lettura molto simpatica. La mia domanda: la faccenda GQ/Christy Mack sta avendo ancora qualche effetto sulla tua carriera? Sì, sia nel bene che nel male. In certi ambienti sono in una lista nera, ma di buono c'è che quella minchiata la conosce quasi tutta Italia, perciò sono "quello di GQ" anche se c'ho scritto cinque volte. Tutto sommato, a livello di pubblicità, non è niente male.
Nebo, quando uscirai con altri aneddoti storici? Eh, un paio ne ho, ma son quelli che richiedono più tempo tra ricerca, verifica delle fonti, link autorevoli, spesso manco stanno in Internet ed è un casino.
Culo o tette? Hai qualche dritta su quotidiano o rivista che offre informazioni attendibili o affanculo tutti e solo agenzie stampa? Futuro politico e non dell'Italia come lo vedi (se lo vedi)? Usuali carriole di complimenti e vergini ninfomani verso le tue gonadi, tutti meritati. Culo. Le tette sono un grande optional, ma il culo è fondamentale. Io leggo il Corriere della Sera e il Sole 24. Per il resto, agenzie stampa. Futuro politico dell'Italia non ne ho idea, non sono un analista, non ho le competenze per far previsioni.
Hai mai letto Hunter S. Thompson o sembri la sua reincarnazione solo per caso? Beh, chiunque voglia scrivere deve leggere Thompson. Ma se ti leggi il suo reportage sugli Hell's Angels ammetterai che io e lui siamo notevolmente diversi.
Mi complimento anch'io per il tuo lavoro. Mi sa che abbiamo frequentato la stessa università negli stessi anni (Sc.d.Com.-iscritto 1999). A quanto una bella storia sui misteri di Trieste? Sono arrivato a TS nel 2000 e me ne sono andato nel 2003 a malincuore, perché adoravo quella città. Chissà? Trieste ha molto da dare, ma la mia testa è un luogo dove il degrado regna sovrano.
Che partito hai votato alle ultime elezioni? Ero uno dei più accaniti sostenitori di Fare per fermare il declino. Dopo la storia di Giannino, PD.
Perché ancora non ho trovato il tuo libro? Porco cazzo? Quello vecchio basta ordinarlo. Quello nuovo tocca aspettarlo.
Nebo, se dovessi farti una sirena la preferiresti Pesce sopra o sotto? Pesce sotto. È la differenza tra farsi fare un pompino da una sirena o incularti un pesce.
Anche io la pensavo così finchè un mio amico non mi ha risposto "pesce sopra così almeno sta zitta" Se sta zitta perdi metà divertimento.
Nebo, ho sperato fino all' ultimo che scrivessi della ragazza che al Comicon a Napoli ha chiesto del SIGNOR ZULIANI. Ho due domande: 1) Perchè non l' hai fatto? 2) Ti hanno mai chiamato SIGNOR ZULIANI, eccetto durante le tue beghe legali? Non so di nessuna ragazza al Comicon che ha chiesto del Signor Zuliani. Nelle beghe legali sono LO ZULIANI (e così mi chiamano i miei amici, ormai).
Nebo, tutto sempre molto bello. Sei uno dei feticci della mia ristretta cerchia di amici. Hai mica una copia extra di la storia la fanno gli idioti? Saluta Barbi Xanax, con amore. Se la ordini in libreria, i ragazzi della Limited te la fanno arrivare in una settimana. Altrimenti puoi sicuro comprarlo a Lucca o a Mantova.
Voglio essere pagato per scrivere. come cazzo devo fare? Scrivi. Sul serio, non è ironico. Se funziona, il resto viene da sé.
Nebo ma che fine ha fatto Solero? È vivo, l'ho visto un paio di volte in giro. Sta bene.
Qual è il tuo lavoro? Questa domanda suppone che tu tenga separato il nebo che scrive su bagni proeliator dal nebo che scrive per lavoro. Scrivo su Cosmopolitan con il mio nome e su altre riviste senza firma. In sostanza, sono un articolista.
Nebo ma come la vedi Mestre adesso? Dal finestrino del treno e poi mai più, mi auguro.
Ciao, frequenti /bagnisegocalcare ? Cosa fai di preciso? Tanta figa a fare quello che fai? Vorrei cominciare a fare fumetti, da dove comincio? 1) No. 2) Scrivo. 3) Discreta. 4) Facendoli e mostrandoli alle fiere.
Quanto hai di massimale stacco panca squat? Stacco, 180. Squat, 160. Panca, 110.
Nebo ma alla fine dalla Spagna come ci siete tornati? Nello stesso modo in cui ci siamo andati.
Quando ti ridurrai come bucknasty, se giá non? Perché, come s'è ridotto Bucknasty?
Ombra di sé stesso a scrivere i testi per J-ax. BUCKNASTY SCRIVE I TESTI PER JAX?!?!
Link to www.televisione.it. “Sorci Verdi” è un programma di J-AX e di Matteo Corradini, *Matteo Lenardon, Virginia Ricci e Laura Tonini. * Che storia, non lo sapevo. Bè, ognuno se la gioca come vuole. Alla fine è riuscito a trovarsi un lavoro e una nicchia dove farlo. Può piacere o meno, ma merita rispetto per quello che è riuscito a fare da zero.
Nebo ma Ario è ancora vivo? Miracolosamente sì.
Last updated: 2015-10-07 11:53 UTC | Next update: 2015-10-07 12:03 UTC
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